
Credito d'imposta Mezzogiorno, proroga al 31 dicembre 2023
Prorogato al 31 dicembre 2023 il credito d’imposta Mezzogiorno (detto anche Bonus Sud), istituito dalla legge di stabilità 2016 (L.208/2015). Si tratta di un beneficio economico, sotto forma di credito d’imposta, per le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi (impianti, macchinari e attrezzatura varia) nelle regioni del Mezzogiorno. Il bonus sud può essere richiesto – anche retroattivamente – per gli investimenti posti in essere dall’1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2023. L’ammontare dell’aiuto varia in funzione delle dimensioni aziendali: 45% per le piccole e micro imprese, 35% per le medie e il 25% per le grandi. Per la richiesta del credito d’imposta è necessario presentare apposita istanza attraverso il software dell’Agenzia delle Entrate.
Il credito d'imposta Mezzogiorno
La legge di stabilità 2016 (L.208/2015) ha istituito a decorrere dall’1 gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2019, un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno. La legge di stabilità 2020 (L. 160/2019) ha prorogato il credito fino al 31 dicembre 2020.
Successivamente, la legge di stabilità 2021 (L. 178/2020), ha disposto la proroga fino al 31 dicembre 2022.
In ultimo, con la legge di stabilità 2023 (L. 197/2022) è stata ulteriormente disposta la proroga per un altro anno, fino al 31 dicembre 2023, prevendendo, inoltre, che la copertura degli oneri per l’anno 2023 sia a carico delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc), relativamente al ciclo di programmazione 2021-2027.
L'ammontare del Bonus Sud
Una delle caratteristiche più importanti di questa misura è la sua retroattività. Il Bonus Sud, infatti, può essere richiesto anche per gli investimenti effettuati negli anni precedenti, ovvero a partire dall’1 gennaio 2016. L’ammontare dell’aiuto concesso varia in funzione delle dimensioni aziendali. Si tratta di un credito d’imposta del 45% per le micro e piccole imprese, del 35% per le medie imprese e del 25% per le grandi imprese.
Le regioni ammesse e i soggetti esclusi
Possono accedere al credito di imposta Mezzogiorno tutte le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
L’agevolazione non spetta però ai soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, dei settori creditizio, finanziario e assicurativo.
Per accedere al credito d’imposta, al momento dell’invio dell’istanza, la società dovrà possedere un Durc in corso di validità e non dovrà versare in condizioni di difficoltà (ai sensi di quanto previsto dall’art. 2 par. 1 n. 18) del Reg. (Ue) n. 651/2014.
Bonus Sud: quali sono i beni agevolabili
Sono agevolabili tutti gli investimenti classificabili all’interno delle categorie: impianti, macchinari e attrezzatura varia.
Ai fini del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, oltre i beni acquistati in proprietà, possono essere agevolati anche i beni acquisiti tramite contratto di locazione finanziaria (restano esclusi dunque i contratti di locazione operativa).
Sono agevolabili inoltre i beni costruiti in economia e i beni complessi (purché il costo delle componenti nuove prevalga su quelle usate). Restano in ogni caso esclusi dall’agevolazione i beni usati o ricondizionati.
La cumulabilità
Il credito di imposta per il Mezzogiorno, a partire dall’1 marzo 2017, è cumulabile con altre agevolazioni fiscali.
Ad esempio, cumulando il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno con il credito d’imposta beni strumentali 4.0, si avrà l’opportunità di recuperare, per un’azienda ubicata in una delle regioni del Mezzogiorno, fino al 65% del costo del bene agevolato (45% credito mezzogiorno e 20% beni strumentali 4.0).
Il beneficio totale potrà essere pari all’85% del costo agevolato, se il bene è in possesso dei requisiti per il credito d’imposta beni strumentali 4.0, sia stato versato un acconto nel 2022 almeno pari al 20% del costo e la consegna avvenga entro settembre 2023 (45% credito mezzogiorno e 40% beni strumentali 4.0).
La presentazione delle istanze
Considerata la proroga prevista dalla nuova legge di Bilancio, il termine ultimo per presentare l’istanza è il 31 dicembre 2023; ciò significa che entro tale data dovrà avvenire la consegna del bene (ma non obbligatoriamente la relativa entrata in funzione).
Per la richiesta del credito Mezzogiorno è necessario presentare apposita istanza attraverso il software dell’Agenzia delle Entrate (Cim17) e, ottenuta l’autorizzazione alla fruizione del credito, lo stesso potrà essere utilizzato a partire dal quinto giorno successivo, esclusivamente in compensazione.
Aggiornamento software Cim
Il 20 marzo 2023 l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad aggiornare il software Cim, cioè il modello di “Comunicazione per la fruizione del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, nei comuni del sisma del centro-Italia, nelle Zone Economiche Speciali (Zes) e nelle Zone Logistiche Semplificate (Zls).
Tale aggiornamento è dovuto, come spiegato nei motivi comunicati dall’Agenzia delle Entrate, all’inserimento dell’attività di “Noleggio unità da diporto”, tra i beneficiari del credito d’imposta.
Di seguito quanto riportato dall’Agenzia:
- Nel modello, nel rigo B2 del quadro B, è inserita la casella denominata “Noleggio unità da diporto”;
- Alla pagina 7 delle istruzioni, in corrispondenza del rigo B2, dopo le parole “dell’attività economica svolta nell’unità produttiva” sono inserite le seguenti: “la casella “Noleggio unità da diporto” va barrata dalle imprese che operano nel settore del noleggio di unità da diporto, le quali, come chiarito dalla circolare n. 32/E del 21 settembre 2022, possono fruire del credito d’imposta in relazione agli investimenti agevolabili effettuati nell’ambito di tale attività non assimilabile a quelle del settore dei trasporti (escluso ai sensi del regolamento generale d’esenzione), sempre che non si tratti di attività, come quelle connesse al noleggio a viaggio richiamato nel paragrafo 1.1. della citata circolare, riconducibili al trasporto.
Relativamente invece agli investimenti posti in essere o da realizzare nel corrente anno, al momento non vi è ancora la versione aggiornata del software; pertanto, ad oggi, la richiesta del Bonus Sud potrà essere presentata soltanto per gli investimenti realizzati a partire dall’1 gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2022.
Cumulabilità Mezzogiorno e Sabatini
Nella faq pubblicata dal Ministero delle Imprese e del made in Italy è stata ribadita la cumulabilità fra le agevolazioni previste dalla legge Sabatini ed il credito d’imposta Mezzogiorno, già prevista dalla L. 208/2015, limitando la cumulabilità all’intensità di aiuto più elevata consentita dalle pertinenti discipline europee di riferimento.
Il chiarimento fornito dal ministero conferma la cumulabilità fra le due misure, ancorando il Bonus Sud alla vecchia carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020 C (2014) 6424 final. Pertanto, nonostante l’aggiornamento della carta degli aiuti a finalità regionale, approvata nella versione 2022-2027, il legislatore ha confermato l’attribuzione del credito d’imposta nei limiti fissati dalla precedente carta degli aiuti 2014-2020.
Confermata, quindi, la cumulabilità del credito d’imposta Mezzogiorno con gli aiuti di Stato ed aiuti in “de minimis” relativi al medesimo investimento, nella misura massima complessiva del 45% per le piccole imprese, 35% per le medie e 25% per le grandi.
A cura di Piero Midiri e Giuseppe Caprì
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