L’indebita compensazione tra i reati presupposto 231

Anche l’indebita compensazione entra nel novero dei reati tributari commessi da dipendenti o amministratori per i quali, ai sensi del D.lgs. 231/2001, è considerata responsabile anche la società.

Su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo di attuazione della direttiva UE 2017/1371 (la cosiddetta direttiva Pif), relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale.

Il decreto attuativo era già stato approvato, in esame preliminare, lo scorso mese di gennaio. Si amplia così la disciplina dei reati tributari sulla responsabilità amministrativa delle società per i reati commessi dalle persone fisiche nel loro interesse o vantaggio. Nell’elenco dei delitti figurano adesso anche la dichiarazione infedele, l’omessa dichiarazione e l’indebita compensazione.

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Il decreto prevede inoltre di punire anche le ipotesi di delitto tentato (e non solo consumato) per i reati fiscali che presentano l’elemento della transnazionalità, se l’imposta Iva evasa non sia inferiore a 10 milioni di euro, ed estende la responsabilità delle società anche ai delitti di frode nelle pubbliche forniture, al reato di frode in agricoltura e al reato di contrabbando.

I reati tributari nei modelli di governance 231

La riforma dei reati tributari introdotta dal decreto Fiscale (D.L. 26 ottobre 2019, n. 124), convertito con legge n. 157/2019, ha ampliato il D.lgs. 231/2001 con l’inserimento dell’art. 25 quinquiesdecies che indica per quali reati di natura tributaria, commessi per interesse o vantaggio dell’ente, possa determinarsi la responsabilità amministrativa:

• delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti previsto dall’art. 2, comma 1, d.lgs. 74/2000;
• delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti previsto dall’art. 2, comma 2-bis, d.lgs. 74/2000;
• delitto di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3, d.lgs. 74/2000);
• delitto di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 8, D.lgs. 74/2000, comma 1);
• delitto di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 8, comma 2-bis, D.lgs. 74/2000);
• delitto di occultamento o distruzione di documenti contabili (art. 10, D.lgs. 74/2000);
• delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte previsto (art. 11, D.lgs. 74/2000).

A questi, sono stati aggiunti quei reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea, così come disposto dal decreto attuativo sulla direttiva Pif approvato dal Consiglio dei Ministri:

• delitto di dichiarazione infedele (art. 4, D.lgs. n. 74/2000); 
• delitto di omessa dichiarazione (art. 5, D.lgs. n. 74/2000); 
• delitto di indebita compensazione (art. 10-quater, D.lgs. n. 74/2000).

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