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Una delle misure cardine dell’intero pacchetto di agevolazioni Industria 4.0 è senz’altro il credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo.
Non ci dilungheremo molto sul funzionamento del credito d’imposta in sé. L’agevolazione restituisce al beneficiario un credito d’imposta di misura variabile tra il 25% ed il 50% delle attività ammissibili, per tutta una serie di costi ben definiti e sostenuti dall’azienda per porre in essere azioni di ricerca e sviluppo.
Una prima considerazione su cui è bene prestare attenzione è il carattere retroattivo della stessa. L’art. 3, D.L. 145/2013 prevede che “a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2020, è attribuito un credito d’imposta […]”. Attualmente, quindi, le aziende costituite sotto qualsiasi forma possono approfittare della norma. Il problema è che non lo sanno!
Quando chiediamo all’imprenditore se svolge attività di ricerca e sviluppo all’interno della sua azienda, nella maggior parte dei casi la risposta è negativa. La domanda successiva è: «La sua azienda detiene brevetti?». E la risposta è quasi sempre: «Sì». A quel punto è chiaro che qualcosa a livello di comunicazione non ha funzionato.
Ricerca e sviluppo, nell’immaginario collettivo, è una definizione che rimanda alle figure dei camici bianchi, di professori, tecnici e scienziati. A ripetuti esperimenti e a tutta una serie infinita di attività complesse. Niente di più sbagliato. Almeno nel nostro ambito di interesse.
Le attività eleggibili a credito d’imposta sono quelle da cui deriva una concreta innovazione nel mercato di riferimento. Innovazione che può riguardare il prodotto o il processo produttivo. In tal senso, va considerato che tra i costi che vengono agevolati ricoprono un’importanza primaria quelli del personale. Ferma restando la distinzione primaria (ante 2016) tra personale altamente qualificato (con laurea specialistica o altri titoli specifici) e non qualificato, negli anni successivi il Legislatore ha modificato la normativa, uniformando le categorie e facendo sì che possa essere agevolato l’intero costo del personale. Ovviamente purché sia in linea con quelle che sono le finalità del progetto di ricerca e sviluppo.
In definitiva. Se la vostra azienda ha inventato qualcosa o ha tentato di risolvere un problema, superandolo con nuovi prodotti o processi, per voi ci sono a disposizione importanti risorse che attendono solo di essere recuperate. E in pochissimo tempo.
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