Strategie di finanza sostenibile con il carbon neutral
Ridurre le emissioni di anidride carbonica verso l’atmosfera è un obiettivo a cui tutte le aziende devono tendere. Ma quali sono le soluzioni per limitare il proprio impatto sul pianeta e diventare carbon neutral? Proviamo ad analizzarle in questo articolo.
Salvare il pianeta e mitigare il cambiamento climatico
Non esiste ad oggi persona al mondo che non abbia sentito parlare, anche di sfuggita del cambiamento climatico e di ciò che sta determinando a livello globale. Ad ogni evento meteorico estremo è accompagnata una teoria, più o meno vera, che si lega a doppio filo con la questione antropica e con lo sfruttamento delle risorse lungo la catena di produzione e di consumo.
Da un lato vi sono quindi le imprese che necessitano di materie prime o semilavorati per “costruire oggetti” e dall’altra parte i consumatori, materialisti quanto basta per spingere i businessman a innovare e crescere per soddisfare le richieste più disparate per ingentilirsi la clientela e differenziarsi sul mercato.
Il prezzo da pagare tuttavia non è più intriso esclusivamente di moneta e interesse finanziario, ma si spinge verso un orizzonte meno astratto che vede coinvolto l’intero pianeta e le sue risorse. Un depauperamento di materiali che non sempre è immesso in un percorso sostenibile di economia circolare ma va disperso sotto varia forma tanto da alimentare l’inquinamento della triade “Aria, Acqua, Suolo” con delle conseguenze catastrofiche che si traducono principalmente in una perdita di biodiversità e un’alterazione irreversibile dei vari ecosistemi.
Salvare il pianeta è quindi diventata una priorità non più procrastinabile che vede coinvolti i maggiori attori del cambiamento e dell’innovazione come le aziende che, per continuare il percorso di competitività, alimentano “il sistema” del benessere migliorando la qualità di vita (necessaria?) del consumatore.
Fenomeni globali
Uno degli obiettivi condiviso da tutti i manuali che contengono le best practices è quello del cosiddetto Carbon Neutral al quale tutte le aziende devono tendere per limitare le proprie emissioni di anidride carbonica in atmosfera che, come noto, è uno dei gas climalteranti più importante responsabile dell’ormai arcinoto Global Warming.
Fra le conseguenze più deleterie dell’aumento di tale gas, rientra ad esempio l’innalzamento del livello medio del mare con relativo arretramento delle popolazioni che vivono sulle coste e quindi un nuovo fenomeno migratorio che in alcuni casi potrebbe arrivare addirittura a spostare gli equilibri geopolitici e l’approvvigionamento delle materie prime per carenza di manodopera locale. Per non parlare del comparto agroalimentare che sta già subendo gravi perdite imputabili all’introduzione di nuovi patogeni alieni che stanno via via adattandosi alle mutevoli condizioni termopluviometriche con incremento della polifagia (strategie di adattamento per cui il patogeno si nutre su più specie diverse).
A fronte di tutto questo i Governi dei vari Paesi europei e non solo, si stanno già mobilitando per mettere in atto delle misure di adattamento e mitigazione con ingenti risorse economiche in grado di accompagnare questo periodo di transizione verso un approccio più green e meno impattante. Basti pensare che a tale scopo in Italia è stato istituto un dicastero: il Ministero della Transizione Ecologica.
Cosa possono fare le imprese per mitigare il proprio impatto?
Diciamo che non è possibile far coincidere la soluzione con un unico punto di programma, né tantomeno è utile la classica lista della spesa come la panacea che guarisce ogni male di cui la maggior parte dei tecnici si serve per accaparrarsi l’azienda, che rimane più affascinata dall’estetica della proposta che non dai contenuti o dai risultati da valutare.
È invece necessario un approccio olistico che tenga conto della situazione aziendale facendo dapprima emergere il quadro reale in cui si opera, evidenziando i punti di debolezza che minano la sostenibilità e alterano gli equilibri ecologici con ripercussioni a livello locale e globale.
Dalle risultanze di questa analisi Swot si inizia a delineare una prima linea di intervento con obiettivi concreti e realizzabili nel breve, medio e lungo periodo.
Diverse sono le soluzioni per limitare le emissioni di gas serra come:
- l’impiego di fonti di energia prodotta da fonti rinnovabili;
- soluzioni di mobilità sostenibile dentro e fuori le mura aziendali promuovendo l’utilizzo di bici, monopattini e mezzi a basse emissioni per raggiungere il posto di lavoro o per piccoli spostamenti di lavoro;
- migliore gestione dei rifiuti con l’impostazione di un percorso di economia circolare tale da abbattere il carico di materiale secco non riciclabile, impiegando nel circuito produttivo materiale quanto più riciclabile o riutilizzabile;
- Smartworking quale soluzione lavorativa, collaudata durante il periodo del lockdown da covid, in grado di massimizzare i rendimenti dei dipendenti e allo stesso tempo limitare gli sprechi energetici negli spazi di lavoro aziendali (spesso sovradimensionati).
L’idea è quella di raggiungere dei modelli carbon neutrality, ovvero azzeramento delle emissioni nette di carbonio dove i gas serra rilasciati nell’atmosfera e quelli rimossi si equivarrebbero. Diventare Carbon Neutral entro il 2050 è l’obiettivo dei principali Paesi mondiali, come stabilito dall’Unione Europea attraverso il Green Deal, un piano di trasformazione dell’economia in net zero emissions, ovvero zero emissioni nette di gas serra.
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Carbon Footprint o impronta del carbonio
In ogni caso il primo passo per ridurre le emissioni di gas serra consiste nel misurare la Carbon Footprint, l’impronta di carbonio, nel ciclo di vita di un prodotto, un servizio o un’attività. Per semplificare il calcolo delle emissioni, ogni gas serra viene misurato in tonnellate di CO2 equivalente, quindi equiparato all’anidride carbonica. Così, è possibile stimare l’impronta di carbonio e gli altri gas, diminuirne la produzione e compensare le emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Chiaramente diventare neutrali sotto il profilo delle emissioni è una meta che non si può raggiungere saltando delle tappe fondamentali come quelle sommariamente descritte, ma è un percorso che bisogna seguire accompagnati da professionisti del settore che hanno bene in mente le dinamiche commerciali e di marketing per ogni profilo imprenditoriale analizzato.
a cura di Emanuele Triolo
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