Imprese e sostenibilità, dal greenwashing alle nuove strategie

Imprese e sostenibilità, dal greenwashing alle nuove strategie

Il termine “sostenibilità” sta entrando sempre più nel linguaggio meritocratico del business, anche se tuttora si assiste al paradigma che spinge la Governance aziendale ad agire senza conoscere. È vero infatti che molte strategie di crescita imprenditoriale in ottica “green” vengono perlopiù propinate da consulenti e collaboratori, salvo poi essere assecondate dagli imprenditori, senza che questi ultimi si rendano veramente conto di quali siano le conseguenze, positive o negative, delle scelte operate.

Obiettivi di impresa e crescita sostenibile

Una visione purtroppo miope è imputabile alla mancata formazione sul tema ambientale e ad una sensibilità poco spiccata degli organi decisionali che, oberati di lavoro e pressati dalle scelte giornaliere da compiere, concentrano le proprie energie sulla rendicontazione economica delle proprie azioni per accrescere il proprio fatturato senza preoccuparsi minimamente degli impatti ecologici e ambientali della loro impresa.

Se questo approccio di tipo economico fino a ieri poteva avere un fondamento scientifico utile a raggiungere gli obiettivi d’impresa, oggi è diventata una logica obsoleta. Diventa quindi necessario avere una visione olistica del proprio business orientando le strategie di crescita nella direzione della sostenibilità, efficientando l’uso delle risorse ai vari livelli operativi limitando gli sprechi.

Purtroppo ancora molte aziende si appellano al principio della discrezionalità, accompagnate dalle più comuni certificazioni volontarie di qualità per dare una parvenza di differenziazione dei processi e dei prodotti. Questo sistema, meglio noto come “greenwashing”, permette alle aziende di avere una veste artificiale e artificiosa che tiene celato il vero impatto ambientale per l’ottenimento del mero risultato economico.

Il ruolo degli stakeholder e il potere decisionale

Con la presa di posizione di tutti gli stakeholder della filiera in merito ai temi ambientali, di salvaguardia e gestione consapevole delle risorse, le aziende hanno dovuto adattarsi a nuovi dogmi essendo viste come promotrici di valore condiviso in grado di generare impatti positivi contribuendo alla crescita socio-economica delle comunità, conservando al contempo la finalità economica dei propri modelli di business.

Per fare in modo che anche i consumatori siano edotti sulle scelte e le modalità operative poste in essere dalle imprese, queste ultime sono chiamate a diffondere e comunicare con trasparenza le loro strategie tramite una vera e propria rendicontazione di sostenibilità, accostando ai bilanci finanziari informazioni non economiche illustrando i fattori ambientali, sociali e di governance intervenute nel processo.

Il bilancio di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità è rimasto obbligatorio fino ad oggi solo per le imprese di grandi dimensioni che avevano una natura pubblica o pseudo tale, il cui numero di dipendenti occupati in media durante l’esercizio è pari a 500 e con bilancio consolidato che soddisfi almeno uno dei seguenti caratteri:

  • Totale dell’attivo dello stato patrimoniale superiore a 20.000.000 di euro;
  • Totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore a 40.000.000 di euro.

La ratio attuale tuttavia, spinge anche le aziende di dimensioni più piccole a convergere verso un comportamento più sostenibile, prendendo a riferimento i modelli aziendali già consolidati di chi aveva questo onere a proprio carico. Si tratta di una revisione complessiva del modo di produrre e di aprirsi al mercato, rendendo pubblici gli sforzi messi in atto dall’azienda incentivando sempre più attori della filiera ad accodarsi in tal senso.

L’Italia sta avviando una vera e propria campagna di sensibilizzazione e si è visto che le imprese rispondono con ottimismo, nonostante siano ancora poche le realtà produttive che elaborano bilanci e rendicontazioni ambientali e di sostenibilità. Dal report Istat “Sostenibilità nelle imprese: aspetti ambientali e sociali” nel 2018, sette imprese su dieci hanno adottato comportamenti sostenibili.

La transizione verso un nuovo modello di business

Temi come quelli della sostenibilità e dell’economia circolare, giocoforza, non possono più essere trascurati se gli obiettivi da raggiungere sono ambiziosi e a vantaggio dell’intera collettività.

Al principio edonistico dettato dalla dottrina economica e secondo il quale bisogna ottenere il massimo utile con il minimo sforzo, bisogna affiancare il concetto che ogni problema può rappresentare un’opportunità. La sfida che si presenta nell’immediato futuro è quella di saper condurre le imprese verso una transizione fra i due modelli economici, valorizzando prodotti, sottoprodotti, processi e persone. E Ransomtax è pronta a svolgere la propria parte, accompagnando gli imprenditori in questo percorso.

a cura di Emanuele Triolo

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