Green New Deal e Fondo per la crescita sostenibile (Fcs)

Green New Deal e Fondo per la crescita sostenibile (Fcs)

La crescita sostenibile delle imprese italiane è sempre maggiormente legata a doppio filo ad una riduzione degli input che intervengono nel processo produttivo con il fine ultimo di creare valore nel medio lungo periodo. Tale convergenza rientra a pieno titolo nel modello di business suggerito dal Ministero dello Sviluppo economico e di quello della Transizione ecologica che, attraverso apposite misure, sostengono e promuovono l’utilizzo di buone pratiche per la gestione del Green New Deal italiano ed europeo.

Il Green New Deal

Con il termine Green New Deal si intende l’insieme delle riforme emanate a livello nazionale e internazionale, utili a sostenere importanti iniziative incentrate principalmente sul cambiamento climatico e sulle disuguaglianze economiche e sociali nelle varie zone del continente.

Gli obiettivi presi a riferimento sono diversi e possono essere sintetizzati dall’Agenda 2030 dell’Onu che detta solo alcune delle linee guida generali messe poi in pratica dalle singole imprese. Questi concetti così espressi sono il caposaldo dell’economia circolare e tendono a ridurre, riciclare e riutilizzare i materiali impiegati nel processo produttivo facendo in modo di valorizzare anche i sottoprodotti di scarto. Tali best practices sono viste di buon occhio non solo dagli investitori ma anche dal Governo nel momento in cui si accede a talune agevolazioni fiscali e finanziarie.

Gli orientamenti nazionali ed europei

Per meglio comprendere la direzione suggerita dalle istituzioni nazionali è utile ricordare che gli impegni presi in ambito europeo convergono in azioni mirate e rivolte ad una maggiore attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, tanto che la Commissione europea in un documento programmatico, Com(2019) 640 final dell’11 dicembre 2019, illustra “Il Green Deal europeo” e ribadisce l’impegno “ad affrontare i problemi legati al clima e all’ambiente attraverso una strategia di crescita mirata a trasformare l’Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse, nonché a proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione e a proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze, attraverso una transizione giusta e inclusiva”.

Del resto anche la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ha incentrato il suo mandato proprio sulla promessa di azzerare l’impatto climatico del Continente entro il 2050, aveva già intrapreso questa linea, dichiarando che “raggiungere la neutralità climatica richiede sia volontà politica, sia investimenti. Dobbiamo portare a bordo il mondo della finanza”.

Non è un caso infatti che si parli sempre più spesso di finanza sostenibile e di investimenti green che producano valore nel medio lungo periodo. In sostanza gli investitori svolgono oggi un’analisi integrata che unisce il comparto finanziario, ambientale, sociale e di buon governo.

Nel linguaggio tecnico si parla di fattori Esg, dall’inglese Environmental, Social e Governance. Sostanzialmente prima di investire in un’impresa, si può per esempio verificare che abbia adottato un piano di riduzione delle emissioni (environmental), protocolli per la salute e sicurezza sul lavoro (social) oppure politiche anticorruzione (governance). Queste valutazioni non sostituiscono quelle prettamente economico-finanziarie, ma le completano.

L’impegno di Ransomtax sulla Governance

A tal proposito è bene ribadire fin d’ora che su quest’ultimo punto Ransomtax ha speso molte energie e sviluppato strategie condivise da un numero considerevole di imprenditori che hanno scelto di avere una condotta zelante e trasparente. Ne abbiamo parlato sul blog nell’articolo “Perché adottare un modello organizzativo 231” a cui si rimanda per maggiori approfondimenti.
In buona sostanza il quadro normativo sul Mog 231 (Modello Organizzativo di Gestione) continua a modificarsi rapidamente e adottare un piano strategico è utile a mettere al riparo imprenditori e investitori da possibili inconvenienti di natura giuridica raggiungendo serenamente gli obiettivi preposti in fase di analisi, valutazione e progettazione.

Il Fondo per la crescita sostenibile (Fcs)

A titolo di esempio, in ambito nazionale il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, ha creato un apposito fondo chiamato Fondo per la crescita sostenibile (Fcs) che prevede la concessione di agevolazioni finanziarie a sostegno dei progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la transizione ecologica e circolare a sostegno del Green New Deal italiano.
Si tratta di un pacchetto di 750 milioni di euro così ripartiti:

  • 600 milioni di euro per la concessione delle agevolazioni nella forma del finanziamento agevolato
  • 150 milioni di euro per la concessione delle agevolazioni nella forma del contributo a fondo perduto

A chi si rivolge?
Il Fondo per la crescita sostenibile è rivolto alle imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta.
In questa visione olistica e diversificata dei settori produttivi le aziende che intendono avviare un processo di crescita sostenibile non possono più procedere a tentoni come avveniva un tempo, ma hanno la necessità di strutturare un percorso strategico con tecnici altamente qualificati e personale dedicato.

Cosa finanzia?
Gli obiettivi da raggiungere possono essere così riassunti:

  • decarbonizzazione dell’economia
  • economia circolare
  • riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi
  • rigenerazione urbana
  • turismo sostenibile
    adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico

In definitiva l’attenzione sui nuovi investimenti passa non solo dal mondo della finanza e delle banche ma anche da quello della sostenibilità realmente percepita, e la creazione di valore lungo la catena di produzione è determinata da una strategia integrata la cui triangolazione si basa sulla triade imprenditore – investitore – consumatore.

A cura di Emanuele Triolo

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