L’aumento dei costi: da problema a opportunità di cambiamento

L'aumento dei costi: da problema a opportunità di cambiamento

La situazione economica di questo ultimo periodo sta sconvolgendo il modo di fare impresa e non consente di pensare al futuro con ottimismo. Con l’aggravante che pochi stanno mettendo in campo azioni concrete per contrastare le cause del cambiamento. Cosa possono fare le imprese.

La scarsità di materie prime

I problemi di attualità sono senz’altro riferibili ad un utilizzo inappropriato delle risorse produttive che si è fatto negli ultimi decenni, e in particolare dal secondo dopoguerra in poi, in cui si è abusato fortemente della capacità di autoriproduzione da parte della Terra di risorse “esauribili”. In sostanza abbiamo vissuto fino ad ora al di sopra delle nostre potenzialità con i risultati che oggi conosciamo tutti, non soltanto di tipo economico per una minore disponibilità delle materie prime e di un importante aumento dei costi di produzione, ma anche per questioni di inquinamento e degli effetti disastrosi quale immediata conseguenza del cambiamento climatico.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, basti pensare all’aumento dei costi di energia elettrica che ha subito un balzo con coefficienti moltiplicatori che vanno da 2 a 10 mostrando il vero limite produttivo per qualsiasi tipo di attività o settore, costringendo le aziende ad invertire repentinamente la rotta operando degli investimenti in fonti di energia rinnovabile. Oppure ancora al razionamento della risorsa idrica, per effetto della siccità dovuta alle scarse precipitazioni e all’aumento delle temperature, che ha costretto molte aziende a limitare le rese produttive adeguandole ai flussi consentiti a livello territoriale. Insomma situazioni impensabili fino a qualche mese fa, eppure era stato tutto previsto con largo anticipo dagli scienziati, tacciati di esuberanza mediatica in favore del progresso e del benessere economico.

Sta di fatto che siamo impreparati ad affrontare tali fenomeni, e questo deve essere un elemento di riflessione importante per capire quanto volatile possa essere l’approvvigionamento di qualsiasi fattore produttivo, anche di quello che oggi sembra più semplice da reperire sul mercato e ad un costo quasi irrisorio.

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La responsabilità delle imprese

Qualche quesito sorge spontaneo: “Se avessimo dato ascolto agli scienziati sulle tematiche del cambiamento climatico e sulle ricadute che questo avrebbe avuto sulle nostre vite, quante risorse avremmo risparmiato? Quanto inquinamento avremmo evitato?”.

Per cui, relativamente ad un possibile contenimento dei costi e più in generale delle spese, è possibile sostenere che esistono responsabilità indirette imputabili alle scelte geopolitiche che nel tempo hanno gravato – e continuano a gravare – sulle imprese per via dell’altalena dei prezzi definiti dai mercati interni e mondiali. Tuttavia una fetta di responsabilità (forse la più importante) è da imputare agli imprenditori poco lungimiranti che non hanno saputo sfruttare le leve finanziarie messe a disposizione dai vari governi per ridurre quanto più possibile la dipendenza dalle materie prime da altri Paesi per svolgere i loro cicli produttivi. E, in aggiunta, non si sono mai dotati di un piano di ammodernamento strutturale utile a limitare le perdite, consapevoli che l’abbondanza di risorse avrebbe garantito guadagni crescenti e certi nel tempo.

Non si tratta di accollare delle colpe o responsabilità agli imprenditori che giornalmente hanno la necessità di reinventarsi, sia pure per lo stesso comparto produttivo, per rimanere in vita sul mercato, ma guardare al futuro con reale rassegnazione è fondamentale. Rassegnazione dovuta alla presa di coscienza che viviamo in mondo con materie prime in numero “finito” e non possiamo più produrre con gli stessi schemi aziendali fin qui adottati come se le quantità fossero “infinite” e da acquistare a qualunque prezzo.

Un futuro sostenibile

La strategia deve essere quella di riconvertire i processi produttivi facendo in modo che questi siano davvero sostenibili e futuristici, nel senso più ampio del termine, in cui ogni singolo elemento deve essere acquistato, utilizzato, riciclato e smaltito in modo appropriato. Magari aumentando il più possibile la vita del bene stesso già in fase di programmazione.

Pertanto, a livello produttivo, l’opportunità che ci si prospetta oggi è legata alla presa di coscienza che bisogna ridurre fortemente l’impatto e la pressione antropica sul sistema Terra, iniziando a mettere in atto soluzioni che siano in grado di ridurre le emissioni di gas serra mitigando l’effetto climatico e i disagi che da qui in avanti si faranno sentire con maggiore intensità. La parola d’ordine è “prudenza” se non anche “prevenzione”.

Ogni rischio concreto nasconde in sé un’opportunità che, se carpita in anticipo, può tradursi in innovazione e guadagni ecosostenibili con un sincero impegno per risollevare o attenuare le sorti dell’intero pianeta.

a cura di Emanuele Triolo

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