Contratti di sviluppo per grandi investimenti

Contratti di sviluppo per grandi investimenti

I contratti di sviluppo rappresentano oggi uno degli strumenti negoziali più importanti della politica industriale in quanto mirano a favorire la realizzazione di programmi di rilevanti dimensioni, in forma innovativa e strategica, che permettono altresì l’attrazione di capitale ed investimenti esteri nel nostro Paese. Si rivolgono alle imprese di tutte le dimensioni nazionali ed estere (anche reti di imprese con un massimo di 5 imprese partecipanti) che effettuano investimenti sul territorio italiano nel campo:

• Industriale
• Tutela Ambientale
• Turistico
• TPA – trasformazione prodotti agricoli
• RSI connessa e funzionale all’attività produttiva

La normativa ha recentemente subito delle modifiche per effetto del Decreto Ministeriale 14 settembre 2023.
È possibile presentare domanda per tutto l’anno per i contratti di sviluppo, attraverso due distinti sportelli agevolativi destinati ai programmi in ambito industriale e turistico.

Finalità dell'investimento e importo minimo

I contratti di sviluppo rappresentano un potente strumento di agevolazione finanziaria messo in atto per sostenere attivamente le imprese e ora andiamo ad analizzarne gli aspetti più rilevanti.

Questi sono gli aspetti generali che accomunano i programmi industriali e turistici:

  • Positivo impatto sull’occupazione
  • Recupero e riqualificazione di strutture dismesse o sotto-utilizzate
  • Realizzazione/consolidamento di sistemi di filiera diretta ed allargata
  • Contributo allo sviluppo tecnologico
  • Rilevante presenza dell’impresa sui mercati esteri
  • Impatto ambientale
  • Contributo alla destagionalizzazione dei flussi (turismo)

Salvo il fatto che l’ammontare totale delle spese e dei costi ammissibili non possa essere inferiore a 20 milioni di euro per tutti i programmi, o a 7,5 milioni di euro per quelli relativi alla trasformazione dei prodotti agricoli, al turismo nelle zone interne del Paese o che prevedano il recupero e/o riqualificazione di strutture edilizie dismesse, il soggetto proponente deve garantire che le spese e i costi ammissibili siano conformi ai seguenti importi per poter accedere alle agevolazioni previste dal contratto di sviluppo.

Ed in particolare:

  • non inferiori a 10 milioni di euro per programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale;
  • non inferiori a 3 milioni di euro per programmi che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
  • non inferiori a 5 milioni di euro per il settore delle attività turistiche;
  • pari a 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

Tipologie di aiuto e spese ammissibili

Le tipologie di incentivi sono:

  • contributo a fondo perduto in conto impianti
  • contributo a fondo perduto alla spesa
  • finanziamento agevolato

nei limiti complessivi del 75% del valore degli investimenti.

Il contributo in conto impianti è erogato da Invitalia per “Stati di Avanzamento Lavori” direttamente all’azienda a seguito della presentazione di documentazione attestante l’avanzamento dei costi di investimento. Tale contributo è a fondo perduto, non deve pertanto essere restituito. Il finanziamento agevolato è anch’esso erogato da Invitalia insieme al contributo in conto impianti.

In questo caso i beneficiari devono restituire il finanziamento in 10 anni. Il tasso di interesse applicato è ovviamente agevolato, ed attualmente è pari allo 0,5%. In ogni caso è richiesto all’azienda di garantire un importo minimo pari al 25% dell’investimento a titolo di capitale proprio o finanziamento bancario esente da aiuti.

L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, dipende:

  • dal tipo di progetto;
  • dalla localizzazione dell’iniziativa;
  • dalla dimensione dell’impresa.

In linea generale, l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nella fase di negoziazione.

Le spese ammissibili sono qui di seguito indicate:

  • Suolo aziendale (nel limite del 10% dell’investimento complessivo per il settore turistico);
  • Opere murarie (max 40% e 70% solo per progetti turistici);
  • Macchinari, impianti e attrezzature;
  • Programmi informatici, brevetti, licenze;
  • Consulenze (4% solo per le Pmi)

Contratti di sviluppo industriale

Il programma in oggetto deve soddisfare almeno due delle condizioni qualificanti (ex art. 9 c. 6 lettera a del Dm 9.12.2014):

1. Positivo impatto sull’occupazione (1 dei 3) ed in particolare:

a. l’ubicazione del programma in un’area in cui il Sistema locale del lavoro (SLL) registra, alla data di presentazione della domanda di agevolazioni , un tasso di disoccupazione superiore a quello medio della macroarea di riferimento costituita, a seconda della suddetta ubicazione, dalle regioni del Mezzogiorno o dalle restanti regioni del Paese;
b. l’aumento del numero degli occupati;
c. la capacità di assorbire lavoratori che risultino percettori di interventi a sostegno del reddito, ovvero risultino disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo, ovvero dei lavoratori delle aziende del territorio di riferimento coinvolte da tavoli di crisi attivi presso il Ministero dello sviluppo economico.

2. Realizzazione/consolidamento di sistemi di filiera diretta ed allargata

a. per i programmi realizzati da più imprese, i singoli progetti di investimento devono risultare strettamente connessi e funzionali alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento della filiera;
b. per i programmi realizzati da una sola impresa, il programma deve presentare forti elementi di integrazione con la filiera di appartenenza.

3. Contributo allo sviluppo tecnologico

Lo stesso va valutato avuto riguardo alla presenza di investimenti che determinano rilevanti innovazioni di prodotto, di processo produttivo, dell’organizzazione aziendale e/o nelle modalità di commercializzazione.

4. Rilevante presenza dell’impresa sui mercati esteri (1 dei 2):

a. Rafforzamento della presenza sui mercati esteri pari ad almeno il 20% del totale dei ricavi.
b. Attrazione investimenti esteri: i programmi di sviluppo devono essere proposti da imprese estere ovvero da imprese italiane controllate da soci esteri (persone fisiche o giuridiche) che debbono detenere almeno il 51% del capitale sociale dell’impresa controllata

5. Impatto ambientale in relazione a (1 dei 2):

a. la previsione di investimenti nell’efficientamento energetico ovvero per la trasformazione dei processi produttivi finalizzati alla riduzione delle emissioni o alla sostenibilità ambientale in un’ottica di economia circolare Gli investimenti aventi finalità ambientali devono essere pari ad almeno il 50% dell’intero valore degli investimenti (Investimenti industriali + investimenti in Ricerca, Sviluppo e Innovazione) esposti nel contratto di sviluppo.
b. la previsione di recupero e riqualificazione di strutture dismesse o sottoutilizzate nell’ambito del programma. Sulla base di una relazione tecnica descrittiva dalla quale devono emergere elementi utili a qualificare il recupero e la riqualificazione di strutture dismesse.
Si vuole specificare che per struttura edilizia dismessa deve intendersi una struttura a destinazione industriale, artigianale, terziaria o commerciale, nella quale la condizione dismissiva, caratterizzata dalla cessazione dell’attività economica, si sia prolungata ininterrottamente per un periodo non inferiore a 12 mesi. Per struttura sottoutilizzata invece s’intende una struttura, già nella disponibilità dell’impresa, non utilizzata o utilizzata in misura parziale o, comunque, inferiore al 50% della superficie utile per finalità produttive.

Contratti di sviluppo turistico

Come già indicato sopra, la soglia di investimento per i contratti di sviluppo nel settore del turismo scende da 20 a 7,5 milioni di euro (e l’importo minimo del progetto d’investimento del proponente si riduce a 3 milioni di euro) per i programmi di investimento da realizzare nelle aree interne del Paese o per il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

È previsto, inoltre, la riduzione a 3 milioni di euro anche per i programmi di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli uniti ad investimenti per la creazione, la ristrutturazione e l’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente (servizi di ospitalità).

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Resta invece confermato a 1,5 milioni di euro, l’importo minimo del progetto delle imprese aderenti.

Le domande di accesso alle agevolazioni devono essere presentate esclusivamente on line, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia. I progetti di investimento possibili in questo settore sono i seguenti:

a. Creare una nuova unità produttiva
b. Ampliare la capacità produttiva di uno stabilimento esistente
c. Riconvertire un’unità produttiva esistente (diversificazione della
produzione)
d. Ristrutturare un’unità produttiva esistente (cambiamento
fondamentale del processo produttivo)
e. Acquisire un’unità produttiva esistente ubicate in area di crisi.

a cura di Stefania La Bella

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